Se la musica e l’arte sono un servizio pubblico importantissimo allora è sicuramente un servizio pubblico quello svolto dallo European Music Archaeology Project e da ARCHAEO HITS una sua produzione speciale. EMAP è un innovativo programma scientifico e artistico coordinato dal Comune di Tarquinia e inserito nel Culture Programme 2013 dell’Unione Europea, che coinvolge dieci istituzioni di sette paesi europei e diversi ambiti disciplinari nell’intento di restituire la voce “esatta” degli strumenti musicali più importanti diffusi un tempo in Europa dandogli un’occasione, una nuova ragion d’essere musica. Attraverso le attività dell’EMAP è stato possibile realizzare accurate ricostruzioni ottenendo risultati davvero spettacolari di cui si sono occupati tra gli altri New York Times, National Geographic e che si potranno toccare con mano nella mostra itinerante e interattiva ARCHAEOMUSICA, che approda a Roma dall’11 ottobre all’11 dicembre nel Parco regionale dell’Appia antica.
ARCHAEO HITS con Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura e i virtuosi svedesi dell’Ensemble Mare Balticum condividono all’Auditorium Parco della Musica di Roma oggi, 3 ottobre, il palco, ma soprattutto la necessità di rileggere l’impronta sonora di un “giovane” Vecchio Continente, lascito di grandi civiltà del passato, fiorite tra il Mediterraneo e i mari del nord, nella realtà europea di oggi. Archaeo hits offre un viaggio nel tempo e, in un certo senso, oltre il tempo, che conduce a orizzonti sonori non sempre considerati dalla storia della musica ufficiale né esaurientemente indagati dall’archeologia classica. Una maniera inedita, ispirata e erudita, di interpretare i primi metodi di notazione musicale di cui si ha evidenza, adottati nella Grecia classica e più tardi dai Romani, di far risuonare le canzoni delle saghe tradizionali scandinave risalenti all’Epoca vichinga insieme alle prime laude italiane, riscoperte da preziosi manoscritti prerinascimentali con la scrupolosità e lo spirito di avventura che ne ha sempre guidato il percorso artistico.
Carlo Marino
