Al Teatro Sala Umberto in Roma L’ANELLO FORTE di Nuto Revelli

Dal 22 al 27 febbraio 2022 va in scena al Teatro Sala Umberto in Roma L’ANELLO FORTE di Nuto Revelli, per la drammaturgia e la regia  di Anna Di Francisca.  Benvenuto Revelli, detto Nuto (Cuneo, 21 luglio 1919 – Cuneo, 5 febbraio 2004) è stato uno scrittore, ufficiale e partigiano italiano. Ufficiale degli Alpini durante la Seconda guerra mondiale, prese parte alla Seconda battaglia difensiva del Don. A partire dal settembre 1943 entrò nella Resistenza italiana, prima con una propria formazione, poi entrando nella Banda Italia Libera delle formazioni Giustizia e Libertà del Cuneese. La messa in scena de L’ANELLO FORTE vuole essere un omaggio alle indimenticabili donne di cui l’autore ha raccolto le testimonianze. In prima persona le voci di donne che sono state l’anello forte della nostra società.

Ruvide, ironiche, sarcastiche, esse si raccontano senza mai cedere all’autocommiserazione, anzi, cercano sempre l’aspetto divertente e paradossale delle loro vicende. La tenerezza viene mascherata con pudore e quando emerge risulta toccante. La gioia, quando c’è, è assoluta. Un’allegria esilarante emerge dalla fatica estrema e dalla necessità di combatterla. Dopo una giornata trascorsa in fabbrica queste donne non rinunciano alla balera. Stremate dal lavoro, cantano. Alcune sono donne che si adeguano per forza alle ingiustizie della loro condizione, ma non tacciono e le denunciano ad alta voce. Altre si ribellano e scelgono la libertà anche se significa scandalo.

L’anello, interpretato qui come segno di femminilità assoluta, lega la memoria di quelle che hanno lavorato nelle campagne e poi affrontato la rivoluzione dell’industria, muovendosi tra il desiderio di autonomia e libertà, gli impedimenti culturali e famigliari e il desiderio di garantire futuro a sé stesse e ai loro figli. Storie struggenti e buffe, storie di prevaricazioni ed emancipazione, raccolte in un Piemonte che irreversibilmente stava cambiando.

Anna Di Francisca, autrice e regista cinematografica e televisiva, ha realizzato un testo che, partendo dalla selezione delle storie, racconta gli aspetti della condizione femminile oggi ancora attuali, come la ricerca di lavoro, tra la campagna e la fabbrica, in concorrenza con gli uomini, la responsabilità dei rapporti familiari, la crescita dei figli.  La regista ha scritto: “Il nostro desiderio, insieme con gli eredi dell’autore, è quello di far vivere la figura di Nuto Revelli come giornalista di inchiesta ante litteram, dopo 15 anni dalla sua morte e nello stesso tempo raccontare la cultura del dopoguerra in Piemonte, regione che da sempre è terra di accoglienza di ondata migratorie.

Queste comunità hanno accolto prima le donne che dal sud Italia venivano a sposarsi con i contadini piemontesi, poi gli emigranti dal meridione verso le fabbriche del nord ed oggi la terza onda, quella extracomunitaria.

Lo spettacolo utilizzerà musiche originali, documenti originali, fotografie, filmati originali e filmati realizzati appositamente. A tale scopo si è definito il disegno di una scena che comprenda i diversi linguaggi, mettendoli in risalto, senza appesantire lo spazio”.

Carlo Marino

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