Diario indiano, inserito nel programma delle aperture straordinarie serali del Museo Nazionale Romano, invoglia il pubblico della capitale ad entrare in un’aula delle Terme di Diocleziano non sempre visitabile e di particolare importanza archeologica.
Accardi, regista e interprete di tale performance dà corpo a una scelta di brani in prosa e in versi tratti da Indian Journals: March 1962 – May 1963 di Ginsberg, affiancata da una ricercata compagine artistica alla quale ha chiesto di tradurre in suono e in immagini l’immersione indiana, poetica, politica e spirituale, di uno degli scrittori più visionari della Beat Generation. Si tratta di uno spettacolo che mette in scena alcuni tra i temi più cari a Ginsberg: le riflessioni sul linguaggio, sulla composizione poetica, sulla spiritualità induista, l’inseguimento di una consapevolezza cosmica. «Il mio sguardo su questo lavoro attraversa un luogo mentale in cui le parole di Ginsberg hanno trovato ricordi e impressioni coinvolte nei cinque sensi» spiega Accardi «In questo luogo intimo e vasto mi ha guidato la vibrazione sottile, costante, indimenticabile dell’anima indiana che ho conosciuto».
Carlo Marino
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