È dal modello junghiano della psicologia degli “archetipi” che emerge la riflessione più interessante sull’opera di Kapoor.
“L’artista non crea oggetti. L’artista crea mitologie”.
Una mitologia è un significato, o una serie di significati, profondamente radicati nel nostro inconscio. “Io non ho nulla da dire”, ha affermato talvolta Kapoor, il che significa proprio che lui a non ha nulla da dire, perché gli archetipi parlano da sé, e l’inconscio non può che rispondere, risuonando con essi. Non vi è un messaggio predeterminato, una funzione didascalica dell’opera, ma l’opera stessa è un processo di costruzione di senso. Tutti i lavori di Kapoor hanno titoli chiarificatori: il titolo, infatti, come diceva Marcel Duchamp, è una parte fondamentale dell’opera.
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