“Canti di pietra” al Parco archeologico del Colosseo

Domenica 29 novembre ha avuto luogo il secondo appuntamento del progetto “Canti di pietra”, promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo con il poeta e scrittore Gabriele Tinti.

Dopo Alessandro Haber al Museo Palatino, è stata la volta di Michele Placido che ha letto alcune poesie di Tinti ispirate alla statuaria un tempo presente nel Portico degli Dèi Consenti nel Foro Romano, alle pendici del Campidoglio.

 L’attore Michele Placido ha evocato con la sua voce alcune delle sculture un tempo presenti nel Portico.  L’edificio era un vero e proprio luogo di culto, situato a fianco dell’aedes Divi Vespasiani presso il clivus Capitolinus e conserva un’iscrizione tarda sull’architrave che ne ha permesso l’identificazione con il luogo in cui erano conservati i simulacri degli Dèi Consenti.

Gli Dei Consentes erano  le dodici divinità del pantheon romano, sei maschili e sei femminili, distribuite in coppie: Giove-Giunone; Nettuno-Minerva; Marte-Venere; Apollo-Diana; Vulcano-Vesta; Mercurio-Cerere. Il loro culto nel Foro è documentato nel I secolo a.C. da Varrone, che ricorda le statue dorate degli dei. L’etimologia sembra derivare dai verbi latino consentio oppure conso, dal significato rispettivamente di “essere d’accordo” e “deliberare”.
Le statue delle divinità dovevano probabilmente essere esposte, a coppie, negli ambienti dietro al portico oppure al di sotto di esso.

http://www.nuovopanoramasindacale.it/intervista-a-gabriele-tinti/

 

Carlo Marino

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