ELIZABETH al Teatro di Villa Lazzaroni in Roma

Al Teatro di Villa Lazzaroni in Roma ELIZABETH una fiaba queer di e con Leonardo Bianchi e Gian Maria Labanchi, con Leonardo Bianchi, Gian Maria Labanchi, Annachiara Fanelli, Maria Campana, Claudia Guidi, Francesco Savino, per la regia di Leonardo Bianchi andrà in scena venerdì 23 e sabato 24 febbraio.

Liberamente tratto da Orlando, il celebre romanzo di Virginia Woolf, lo spettacolo prende a pretesto l’iconica figura di Elisabetta I, la sua storia, la sua politica e le molteplici leggende che la riguardano, per raccontare una storia inedita. La regina vergine, forse la più carismatica regnante d’Inghilterra, nel tempo si è ritrovata sola. Stanca di una vita priva di pace e libertà e dopo essere miracolosamente scampata a due attentati, Elisabetta ha un dialogo con la morte che le propone un patto: la vita in cambio della libertà. Elisabetta accetta. Da qui l’intreccio poetico tra realtà e immaginazione, tra lei e Orlando.
Tradizione e innovazione si mescolano per raccontare una storia che parla di Storia, anche solo sfiorandola. Per poter parlare non solo di passato, ma anche di presente.

Leonardo Bianchi nelle note di regia ha scritto:

“La corte di Elisabetta I è una ballroom dove tutto ciò che accade coinvolge chi vi entra totalmente. I personaggi della corte sono esattamente quelli che troveremmo in un luogo simile: il musicista di corte è un dj e vocalist e le dame della regina danzano sui cubi. Le ballroom sono luoghi della sottocultura newyorkese che unisce gay afroamericani, ispanici e donne transgender, che sfilavano in “drag” sfidando le leggi che vietavano loro di indossare abiti appartenenti al genere opposto. Lo spazio è suono che proviene dalla postazione del dj, il suono non è solo musica, ma è anche pettegolezzo, bisbiglio, risate. Orlando, l’ultimo arrivato, vive la sua esperienza come una grande performance, uno spettacolo di luci, musica dance e abiti regali, organizzata per celebrare la sua rinascita, la scoperta della sua vera identità.

Elizabeth una storia che parla di identità. Di quanto l’animo e lo spirito siano immensamente più potenti degli abiti, della forma, dell’involucro. Orlando è il poeta alla corte della regina. I suoi versi riescono a sovvertire e liberare le coscienze parlando alla parte più intima e nascosta delle persone con delicatezza, fermezza e crudele sincerità. La regina non è immune a questo talento. Orlando è un giovane timorato dalla complessità della vita che con la sua ingenua visione delle cose riesce ad allontanare la regina dal pressante senso di responsabilità che comporta il suo ruolo. La posizione della sovrana e il bisogno del giovane di evadere, sono le cause che innescheranno un dialogo reciproco sulle rispettive identità: la prima sul piano istituzionale, l’altro sull’aspetto del genere. La regina costretta nel suo ruolo, Orlando intrappolato in un corpo che non sente suo. Orlando diventa regina, ed Elisabetta può tornare a vivere come un essere umano. La profonda connessione tra l’identità di Orlando e quella della regina è un elemento sufficiente per sopperire le mancanze della vita di ciascuno e non essere più schiavi del proprio ruolo? C’è una sola identità che possa bastare a un essere umano? Iconica perché sola, come tutti i soggetti di questa natura, incredibilmente attenta per la sensibilità altrui, Elisabetta senza inganno si sacrifica per salvare l’anima e il corpo di un ragazzo intrappolato, salvando anche sé stessa e soddisfacendo il suo enorme e urgente desiderio di libertà”.

Carlo Marino

photos by CarloMarino

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