AL TEATRO DI VILLA LAZZARONI: MEMME BEVILATTE SALVATA DA TERESA

MEMME BEVILATTE SALVATA DA TERESA

STORIA DI GIUSTI, liberamente ispirato al libro omonimo di Italo Arcuri, di Andrea Baldoffei

con Andrea Baldoffei e Alessandro Giannone – autore delle musiche originali – andrà in scena dal 3 al 5 marzo 2023 al Teatro di Villa Lazzaroni in Roma .

 Si tratta di una storia da raccontare, che deve essere raccontata perché parla del coraggio di persone semplici, di persone giuste. Questa è la storia di Teresa Giovannucci e Pietro Antonini giusti tra le nazioni, per aver salvato dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti nel 1943 le famiglie Vivanti e Dell’Ariccia. A raccontare quanto accaduto sono due componenti delle famiglie salvate, in una ripetizione incessante della storia, così da tenerne viva la memoria. Una ripetizione che avviene ogni volta che qualcuno sia disposto ad ascoltare e da cui non si può prescindere, qualcosa di sfiancante ma necessario, una missione che probabilmente durerà per tutto il resto della vita. Una prigione invisibile che li costringe a ripercorrere il passato, lasciando riemergere vecchi rancori, questioni sospese, dissapori e momenti di conciliazione tra loro. A far tacere la fatica è la volontà di portare l’esempio di Teresa a più persone possibili, ringraziandola per aver conservato la loro vita e, in special modo, quella della piccola Memme, permettendole di continuare a vivere e ad amare. Questa è una storia dedicata a quelle persone che tramandano la memoria, che raccontando portano un esempio e illuminano le scelte in momenti bui. La memoria di quei giorni resterà sempre impressa in loro come una cicatrice, una condanna quasi, una responsabilità. Teresa e Pietro scelsero l’amore quando in molti avevano scelto l’odio.

Nelle note di regia è scritto:

Ogni tragedia porta dei testimoni. Cosa vuol dire essere testimoni e ripercorrere continuamente e per dovere il proprio passato? Fino a che punto ci si spinge per poter far arrivare agli ascoltatori quello che si vuole raccontare? una croce portata in solitaria, che parte dalla necessità di ringraziare i propri salvatori. Un tentativo quasi disperato di non far morire la propria storia, raccontandola in modo inusuale, intrattenendo lo spettatore con costumi o voci grottesche, nel tentativo di arrivare alla fine e rendere lo sforzo compiuto utile per qualcuno”.

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