A Roma la mostra “eden-eden. RENATO RIZZI”

Il 13 febbraio 2023 nell’ambito della mostra “eden-eden. RENATO RIZZI”, in corso fino al 3 marzo 2023 a Palazzo Carpegna, in occasione del conferimento del Premio Presidente della Repubblica 2017 per l’Architettura,assegnato a Renato Rizzi (Rovereto, 1951 Professore ordinario di progettazione architettonica, Università IUAV, Venezia),  l’Accademia Nazionale di San Luca dedica Architettura e modelliDialoghi intorno alla mostra “eden-eden. Renato Rizzi”, un incontro a ingresso gratuito con Orazio Carpenzano, architetto, Francesco Cellini, Vice Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca, Luigi Franciosini, architetto, Giovanni Longobardi, docente all’Università di Roma Tre, Renato Rizzi, architetto,Claudio Strinati, Segretario Generale Accademia Nazionale di San Luca alla scoperta e all’approfondimento delle tematiche e delle opere esposte nelle tre sale al piano terra.

Claudio Strinati nell’introduzione alla guida breve alla mostra eden-eden ha scritto : “La mostra presenta oltre duecento modelli in gesso relativi a una trentina progetti di Renato Rizzi, documento prezioso della parabola creativa dell’architetto e, nel contempo, attendibile ritratto di un artista emblematico, in perenne evoluzione al di fuori delle logiche consuete della cosiddetta “contemporaneità”.


L’Architettura, nella dottrina di Rizzi, è concreta fabbricazione incardinata nella consapevolezza dell’imprescindibilità di principi teoretici non passibili, tuttavia, di essere fissati una volta per tutte e con valore di assoluto. Questa formidabile tensione creativa è ben rintracciabile nei modelli qui esposti che, tutti insieme, costituiscono un tragitto di esaltante scoperta. Studioso e teorico delle arti, Rizzi ci appare come un umanista nel senso più vero e profondo della parola, e si sa bene quanto sia per lui determinante l’esame della parola in sé quale veicolo di effettiva circoscrizione e cognizione delle cose. Qui emerge, del resto, la sua peculiare poetica dello sguardo nell’interazione tra l’opera che guarda l’osservatore e l’osservatore che guarda l’opera. La solenne presenza dei modelli delinea un organico e complesso universo creativo che in continuo propone e risolve l’eterno quesito inerente a cosa si debba effettivamente intendere per Architettura, quesito elementare e irrisolvibile che accompagna l’intera storia dell’Umanità”.  

Il metodo di rappresentazione dei progetti è già di per sé una critica radicale al pensiero del nostro tempo. Una resistenza non solo verbale, ma tridimensionale. Dotata di corpo e peso. I modelli infatti non sono il punto di arrivo, ma il principale strumento operativo per prendere parte ai segreti insiti in ogni luogo. Per evocarli senza smascherarli. Attivano il processo di inversione dello sguardo per il quale non siamo più autori, ma attenti ricettori. In questo modo lo spazio astratto e omogeneo, paradigma mediatico del nostro tempo, si contrae in luoghi. Singolarità irripetibili. Il fatto che tutti i modelli siano realizzati in gesso risponde all’intima e ineliminabile onestà della forma. Senza trucchi. È la materia stessa a imporre e guidare il processo, continuando l’inversione dello sguardo. Questa metodologia progettuale esige grande lavoro, dispendio e responsabilità. Senza escludere rischio e fallimento. Il risultato finale non è mai prevedibile a priori, poiché l’indominabile di architettura è radicato nell’anima cosmica della materia.

Carlo Marino 

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