ZIO VANJA di Anton Čechov al Teatro Parioli in Roma

Sarà in scena al Teatro Parioli dal 8 al 12 febbraio 2023, Giuseppe Cederna in ZIO VANJA, di Anton Čechov, adattamento e regia Roberto Valerio e con (in ordine alfabetico) Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Massimo Grigò, Alberto Mancioppi, Caterina Misasi, Elisabetta Piccolomini.

Giuseppe Cederna, volto molto amato dal pubblico di teatro e cinema sarà Zio Vanja, Caterina Misasi sarà Elena e con loro, si avvicenderanno in scena Alberto Mancioppi (il professore), Mimosa Campironi (Sonja), Elisabetta Piccolomini (Marjia), Pietro Bontempo (Astrov) e Massimo Grigò (Telegin).

Il 26 ottobre del 1899 Anton Čechov portò in scena al Teatro d’arte di Mosca Zio Vanja, con la regia di Vladimir Ivanovič Nemirovič-Dančenko e Konstantin Sergeevič Stanislavski.

Čechov, però, considerava questo dramma una commedia, quasi un vaudeville. In una tenuta immersa nella campagna vive il signor Ivan Vojnickij detto “Zio Vanja“, il quale manda avanti da anni un’azienda agricola con l’aiuto della nipote Sonja. La tranquillità della loro vita è disturbata dall’arrivo dell’anziano Serebrjiakov, illustre professore che ha sposato la giovane Elena Andreevna.

Zio Vanja è la rappresentazione delle grandi illusioni, di percorsi che iniziano per poi tornare al punto di partenza, della noia, che non è spazio per la creatività ma al contrario anticamera della depressione, maschera della paura che paralizza impedendo di realizzare i propri progetti e che Roberto Valerio ha deciso di restituire però con una messa in scena a contrasto, energica, movimentata. Assieme a Il gabbiano è considerato uno dei drammi più importanti dello scrittore, in quanto rappresentazione di una realtà familiare intrisa di odio e di rancori inespressi.

Uno spazio vuoto. In primo piano una vecchia credenza ed un tavolo, elementi che rimandano alla quotidianità della vita in campagna. Sullo sfondo appaiono e scompaiono elementi onirici o iperrealistici: un’altalena che scende dal cielo, una botte di vino gigante per l’ubriacatura notturna, un pianoforte che ricorda l’infanzia, un albero di beckettiana memoria. È la scena che Valerio ha scelto per raccontare la vita che Vanja, sua nipote Sonja, l’anziana maman Marija, Telegin e il dottor Astrov, conducono in una casa rurale all’arrivo del proprietario, l’illustre professor Serebrjakov e dalla sua bellissima seconda moglie Elena. I personaggi che si muovono davanti al pubblico non sono eroi e eroine, sono persone comuni, immerse nel flusso della vita, con i quali è facile immedesimarsi, che chi guarda può sentire immediatamente vicino. Sono anime smarrite con passioni, slanci, delusioni, le stesse emozioni che accompagnano la vita di tanti. Ogni personaggio insegue i propri pensieri, le proprie aspirazioni, sogni, sofferenze senza davvero comunicarli agli altri, sordo a quelli dell’altro. Tutti desiderano il riscatto, tutti sono incapaci di agire per ottenerlo, vogliono amare e essere amati ma il desiderio non si tramuta mai in realizzazione. Nella commedia si bevono molta vodka e molto vino, per diciassette volte Čechov invita a bere i personaggi: si evade la realtà, si cerca l’illusione che apre varchi di finta soddisfazione “Quando non c’è vita vera, si vive di miraggi”, dice, ad un certo punto zio Vanja. 

Roberto Valerio ha dichiarato: “È un’opera delle occasioni mancate, della rinuncia, basata su un vero e proprio meccanismo di inerzia. Così come in Beckett i due clown Vladimiro ed Estragone attendono Godot, così i personaggi di Čechov attendono, invano anch’essi, la felicità e un futuro migliore. Ma non manca l’ironia, che anzi pervade tutto il testo”.

L’opera presenta continui spunti burleschi e tragicomici: il ridicolo tentativo di Vanja di uccidere il Professor Serebrjakov con un colpo di pistola, il penoso tentativo di suicidio dello stesso Vanja con una bustina di morfina, il goffo corteggiamento alla bella e ambigua Elena da parte sempre di Vanja, le ubriacature notturne, le tante piccole stranezze che coltivano tutti i personaggi e che li rendono degli amabili stravaganti bislacchi, sono solo alcuni esempi. “Tu sei il re dei buffoni”, dice il dottor Astrov a Vanja. Una messinscena che oscilla tra realismo e onirico, tra dramma e commedia, tra risate e pianti, tra malinconie cecoviane ed energia pura. Uno spettacolo dove le immagini, i suoni e la recitazione si compenetrano per rappresentare la tragicommedia della vita.

Lo spettacolo è presentato da ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale che, negli anni, ha prodotto molti spettacoli di successo firmati da Roberto Valerio, tra i quali Tartufo, Il Vantone, di Pasolini, L’Impresario delle Smirne, di Goldoni, Casa di Bambola, di Ibsen.

Carlo Marino

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