“Maurizio Pierfranceschi. Per l’orto”

Giovedì 14 aprile 2022, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra personale dal titolo: “Maurizio Pierfranceschi. Per l’orto” nella Serra Espositiva dell’Orto Botanico di Roma.

Maurizio Pierfranceschi è nato nel 1957 a Roma, dove vive e lavora. Diplomatosi nel 1985 in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma ha tenuto la sua prima personale nel 1985 alla Galleria Il Ferro di cavallo di Roma presentato da L. Trucchi, cui seguiranno, negli anni Ottanta e Novanta, numerose partecipazioni anche a esposizioni collettive a Roma, Mosca e Leningrado, Milano. Nel 1992 è stato uno dei dieci artisti italiani selezionati per la mostra Giappone Italia Giovani Generazioni, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Nel 1993 è stato presente all’esposizione The Return of the Cadavre Exquis, al Drawing Center di New York e nel 1996 ha preso parte alla XII Quadriennale d’Arte di Roma ed alla mostra Pitture, a cura di M. Goldin alla Galleria delle Arti di Bologna e alla Casa dei Carraresi di Treviso. Nel 1998 ha partecipato alla esposizione “Paesaggi italiani”, a cura di C.A. Bucci presso il Museo Virgiliano a Virgilio (MN). Tra le sue moltissime presenze espositive, nel 2017 è stata allestita L’uomo e l’albero, una sua mostra personale con oltre 50 opere di pittura e scultura presso il Museo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese di Roma a cura di F. Cafagna e con testi in catalogo di A. Campitelli, C. A. Bucci, E. Castelli Gattinara e R. Savinio.  Nel 2018 è stato uno degli artisti invitati a “Italian contemporary art of cross-cultural vision” una grande mostra collettiva di arte italiana nelle città di Fenghuang, Pechino e Shangai in Cina. Nel 2019 ha partecipato presso il Macro di Roma alla rassegna “Macro Asilo” nella sezione “Atelier”. Ha partecipato inoltre alla mostra “Inspired by the silkroad” al Kulangsu Organ Arts Center a Kulangsu in Cina.

L’esposizione nella Serra Espositiva dell’Orto Botanico di Roma contraddistingue l’ultimo capitolo di un viaggio, cominciato una quarantina di anni fa con “L’uomo e l’albero”, il primo dipinto di Pierfranceschi, quasi una precocissima dichiarazione di poetica, che l’artista non ha mai abbandonato e che ha attraversato come un “fil rouge” tutto il suo lavoro con tre cardini: natura, cultura e architettura.

Ventidue dipinti, tutti realizzati a cavallo tra il 2018 e il 2022, “pensati” espressamente per questo luogo magico di Roma, e accomunati, come sottolinea la botanica e docente universitaria Giulia Caneva nel catalogo, da “natura, inquietudine umana e sua essenza spirituale”.

Protagonisti nelle opere in mostra sono gli elementi vegetali, come le “grandi erbe”, che diventano architettura di paesaggi evocativi illuminati da una luce livida e irreale, in cui le figure umane perdono di centralità, ridimensionate in favore delle gigantesche strutture arboree: spariscono i volti, i generi, i tratti fisiognomici mentre a trasparire sono le introspezioni psicologiche degli individui, la loro dimensione intellettiva e la loro essenza spirituale. Qui e là compaiono anche angeli, entità sovrumane portatrici del messaggio divino che condividono con l’uomo fattezze e limitatezza del corpo, ma anche animali, scimmie antropomorfe.

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