Presentata la stagione 2021-2022 del Teatro Sala Umberto in Roma

È stata presentata il 15 settembre la stagione 2021-2022 del Teatro Sala Umberto. La stagione sarà aperta ad un numero di compagnie insolito che è stato ampliato sia per consentire a più soggetti di tornare al lavoro che per ridurre i costi e rischi delle produzioni. Al centro delle linee guida è stata messa la donna e la condizione femminile, sia in termini di emancipazione che nelle figure fragili e quindi più esposte ai soprusi. È stato confermato lo spazio al teatro comico d’Autore, alla commedia brillante all’italiana. In Europa alcuni paesi hanno già riaperto le sale al 100% mentre in Italia  si è ancora in attesa del superamento del criterio della distanza interpersonale che ci si augura avvenga a breve: con Green pass e mascherine per ora.  Questa lunga attesa ha già determinato ampi danni economici e psicologici.

Alcuni spettacoli sono tra quelli sospesi nel ‘20 per il COVID come L’UOMO LA BESTIA E LA VIRTÙ di Luigi Pirandello, Tartassati Dalle Tasse di Eduardo Tartaglia, LA MACCHINA DELLA FELICITÀ di e con Flavio Insinna.

 

Il Direttore Artistico Alessandro Longobardi si è chiesto a ragione : “Come può un Teatro che realizza la sua sopravvivenza con il Botteghino, sperare di arrivare illeso a fine stagione alle condizioni attuali? Oggi, 15 settembre, annunciamo la nuova Programmazione. Siamo molto in ritardo.

Significa che non c’è il tempo per diffondere la comunicazione in modo efficace e che gli spettatori si riavvicineranno con prudenza mentre i costi non attenderanno che il ritorno alla normalità determini il riavvio delle entrate ordinarie.

Non si può dire che lo Stato non abbia supportato il teatro nel periodo Covid, così devastante; ma il Teatro Privato ha costi di gestione più alti rispetto al supporto ricevuto. Il suo avviamento è compromesso.  Ci vorrà tempo e volontà per tornare ad una stabilità.

Chi potrà permetterselo? È dunque necessario il Teatro?  Credo di sì e non perché sia di parte. Il teatro diventa ancora più importante nella nuova era digitale .È dunque importante tutelare il Teatro Privato oltre quello Pubblico?

Se la risposta fosse SI, allora gli Spettatori potranno decidere se farsi carico del futuro degli spazi culturali privati. Basterà pagare un biglietto intero, rinunciare a chiedere omaggi e sconti, sostenere il biglietto sospeso per giovani e categorie cadute in povertà e per coloro che fossero più sensibili supportare, attraverso una liberalità, progetti culturali proposti dal Teatro, anche attraverso Art- Bonus, strumento complicato, ma è quello che c’è.

Solo una presa di coscienza e quindi una responsabilizzazione degli Spettatori potrà consentire di guardare al futuro in modo meno cupo.

Certamente anche le istituzioni, con i fondi del PNRR possono fare una vera differenza e rilanciare in modo concreto e strategico lo spettacolo dal vivo.

Se tutto questo non accadrà e quindi si lasciasse al suo destino un comparto già fragile e in difficoltà ante COVID, avremo tutti perso.

Un appello alle istituzioni locali, Comune e Regione: non lasciateci affondare”.

 

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