Alla SALA UMBERTO in Roma dal 18 FEBBRAIO all’8 MARZO 2020 va in scena “SHERLOCK HOLMES e i delitti di Jack lo squartatore” di HELEN SALFAS, basato sugli scritti e i personaggi di SIR ARTHUR CONAN DOYLE.
Jack lo squartatore (Jack the ripper in inglese) fu l’appellativo dato a uno sconosciuto serial killer il cui nome derivava dalla firma in calce del serial killer in una lettera pubblicata al tempo delle uccisioni e indirizzata alla Central News Agency da un soggetto anonimo che si dichiarava essere l’assassino. Nel 1888 Sir Arthur Conan Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, fu chiamato più volte da Scotland Yard ad offrire la sua consulenza a proposito degli efferati delitti che in quegli stessi anni coinvolgevano la Londra Vittoriana, in particolare, il degradato quartiere londinese di Whitechapel e nei distretti adiacenti. Il noto scrittore scrisse a Scotland Yard le sue intuizioni e le sue congetture a proposito dell’identità del famoso serial killer. Molti di questi scritti sono stati ritrovati da Hellen Salfas (pseudonimo dietro il quale si nasconde la penna di un notissimo drammaturgo inglese) e utilizzati per la stesura di questa originale pièce di teatro che unisce la fantasia di un personaggio inventato, ma noto in tutto il mondo, come Sherlock Holmes con la realtà di uno dei più crudeli assassini di quegli anni.
La trama
Londra 1888. Nel quartiere di Whitechappel una serie di terribili omicidi che coinvolgono giovani prostitute sta scuotendo l’opinione pubblica. L’ispettore LESTRADE, disperato per la situazione e la pressione della stampa dell’epoca, decide di presentarsi al 221 B di Baker Street per ingaggiare il famoso detective SHERLOCK HOLMES che, insieme all’inseparabile Dr. WATSON, inizierà le indagini per dare un volto e smascherare il terribile assassino soprannominato JACK LO SQUARTATORE. Durante le indagini incontreranno la famosa spia IRENE ADLER che si unirà a loro. Avventura e suspense costituiranno il mix esplosivo che li porterà a scoprire una verità molto più sconvolgente di quella che loro stessi potessero immaginare.
Carlo Marino
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