L’Accademia di Ungheria in Roma omaggia il regista Béla Tarr

L’Accademia d’Ungheria in Roma propone un febbraio all’insegna di Béla Tarr con tre programmi dedicati al regista ungherese di fama mondiale, Premio Kossuth. Béla Tarr definì per la prima volta il suo stile con il film Perdizione (Kárhozat), nel 1988. Successivamente girò quello che è considerato il suo capolavoro, il monumentale Satantango, della durata di sette ore e mezza. Ad esso seguono il lirico Le armonie di Werckmeister e L’uomo di Londra, che si differenzia per alcuni versi dal resto della filmografia di Tarr, tra i quali il ricorso all’utilizzo di attori famosi (Tilda Swinton) e la scelta del soggetto (un giallo tratto da un romanzo diSimenon). Vinse l’Orso d’argento al festival di Berlino 2011 con il film Il cavallo di Torino. Lo stile di regia di Béla Tarr è la caratteristica che lo ha portato all’attenzione della critica e dei cinefili di tutto il mondo. Nella prima parte della sua carriera, da Nido familiare a Almanacco d’autunno, Béla Tarr girò con uno stile diverso da quello per cui è diventato famoso, con un ampio uso della telecamera a spalla, senza ricorrere tanto frequentemente al bianco e nero e raccontando i drammi dell’Ungheria comunista, a volte utilizzando anche attori non professionisti, come si faceva al tempo del Neorealismo italiano. Rapporti prefabbricati è considerato il miglior lavoro di questa prima fase della sua carriera. Con il film Perdizione il suo stile prese forma in maniera definitiva. Nella seconda parte della sua carriera, considerata la più importante, Tarr girò sempre in bianco e nero e con lunghi piani sequenza. I suoi film trattano temi che indagano la razza umana per lo più nelle sue forme più degradate, pigre e incivili e raccontano dell’impotenza dell’uomo davanti alla fine. Il primo evento in programma a Roma, previsto per giovedì 6 febbraio p.v. ore 19.00 presso la Sala Liszt del Palazzo Falconieri (Via Giulia, 1) sarà la proiezione del film Perdizione/Kárhozat di Tarr (Ungheria – 1987, 115’), versione in lingua originale con sottotitoli in italiano. Introduce: Maurizio G. De Bonis, giornalista, critico cinematografico. La trama narra del bar Titanic, centro del mondo in un piccolo e sonnolento paese dove il triste Karrer vive di espedienti e chiude le sue giornate al bancone. L’uomo è attratto da una giovane cantante che si esibisce al Titanic ogni sera e decide di sedurla allontanando il marito con la complicità dell’amico Willarski, proprietario del bar. Presto però i quattro saranno avviluppati da un intricato garbuglio di sentimenti ed interessi economici.
Martedì 18 febbraio p.v. alle ore 18.00 sempre presso la Sala Liszt dell’Accademia d’Ungheria in Roma si terrà un seminario di cinema condotto da Maurizio G. De Bonis, nel corso del quale verranno delineate le linee principali della poetica ed dell’estetica del cinema di Béla Tarr, attraverso anche la visione e l’analisi delle sequenze dei suoi film. L’omaggio dell’Accademia d’Ungheria dedicato a Béla Tarr si concluderà il 20 febbraio p.v. ore 17.30 con la proiezione dell’opera più ambiziosa del regista ungherese,Sátántangó (Ungheria/Germania/Svizzera – 1994, 435’, 1994 Berlinale, Premio Caligari), versione inlingua originale con sottotitoli in italiano. La proiezione prevede due intervalli di 15 minuti.Introduce: Maurizio G. De Bonis, giornalista, critico cinematografico.

Carlo Marino
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