sarà inaugurata sabato 14 dicembre presso Temporary Gallery a Bologna (fino al 28 febbraio 2019). Il fotografo bolognese Paolo Gotti si misura con un tema complesso, quello del superamento di limiti e barriere, siano essi geografici, geopolitici, culturali, sociali o mentali. Gotti è nato a Bologna e si è laureato in architettura a Firenze, dove ha frequentato il Centro di studi tecnico cinematografici. Nel 1974 scelse l’Africa come meta del suo primo grande viaggio, quello in cui, come ha dichiarato l’artista, “si sa quando si parte ma non si sa quando si torna”. Con la sua vecchia Land Rover attraversò il Sahara fino al Golfo di Guinea in Costa d’Avorio per poi fare ritorno in Italia dopo quasi cinque mesi a bordo di un cargo merci. In seguito a questa avventura che lo segnò profondamente, intraprese a tempo pieno l’attività di architetto, grafico e fotografo.
Il confine è una curva immateriale, arbitraria e del tutto convenzionale, la frontiera di una superficie controllata da un individuo o da un popolo, una linea che separa e allo stesso tempo unisce, che serve per organizzare i pensieri ma anche per abbattere pregiudizi e rigidità.
Nelle immagini di Paolo Gotti il superamento dei confini è evidente in particolare dove aria, acqua e terra tendono a confondersi in labili orizzonti.
Carlo Marino
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