Lucia Pescador. Quando si allarga l’aria: erbari e altre storie: a Milano

Un centinaio di disegni di Lucia Pescador che compongono multiformi installazioni saranno in mostra negli spazi di Nonostante Marras a Milano.I temi che affronta Lucia Pescador sono di carattere universale: la natura, la storia, la memoria, il tempo, il senso della caducità delle cose. L’artista si appassiona al disegno e si lascia affascinare e stupire dalla contemporanea presenza della solitudine di fronte ad un soggetto, sia esso un luogo o un individuo o un fiore, e tale dimensione poetica è sempre espressa dalle sue opere. Si tratta di una bellezza che conduce in un luogo di ricordi personali e di altre coincidenze, oniriche, intime, sentimentali, in grado di creare un tipo di memoria intermedia e poetica.


La bellezza viene declinata dall’artista in una calligrafia in cui paesaggio, cielo, movimento, alberi, fiori, foglie, erba, uccelli riescono a sollecitare lo spettatore, attivando sensazioni ed emozioni profonde che dal molteplice riportano all’unitarietà e viceversa.
Lucia Pescador è nata a Voghera e si è diplomata all’Accademia di Brera, nel cui Liceo Artistico poi inse­gnerà. La sua prima mostra risale al 1965, negli spazi della Galleria “Arte Centro” di Milano (oggi Lattuada Studio) con la quale collabora tuttora. Nel 1992, la mostra “Una nave per Kazimir”, curata da Lea Vergine, al Refettorio delle Stelline i Milano, le consente di presentare il discorso artistico sviluppato nell’ultimo decennio.
Negli anni Novanta l’artista comincia la raccolta di immagini, tuttora in corso, per l’“Inventario del Novecento con la mano sinistra”, un lavoro di catalogazione per voci sull’arte e la cultura di un secolo, che è stato esposto in Italia e all’estero. Lucia Pescador ha tenuto mostre a Milano, Amsterdam, Accademia d’Egitto a Roma, a Trieste, fino a che nel 1998 espone all’Istituto Italiano di Cultura e alla Ramba Gallery di Los Angeles. Nel 2000 è a New York con la mostra “Enigmistica: Vasi, Brocche e Nature” alla Swan Gallery. Nello stesso anno la troviamo al Centre Rops di Bruxelles con la mostra “Atelier Siegliz”, e al Lattuada Studio con “Africa”. “Cambia il tempo” è la mostra allestita nelle stanze dell’Abbazia degli Olivetani a Rodenigo Saiano, curata da Martina Corgnati e Roberto Bianchi, che vede raccolte gran parte delle opere dell’Inventario di fine secolo. Nel 2003, alla Galleria Corraini di Mantova, viene proposto un allestimento, su pannelli di quindici metri di lunghezza, con il titolo “Nero Giappone e Giallo Cina”. Continuano le mostre in Italia e nel 2006 la mostra “Ambulanti tra Occidente e Oriente “ approda alla Galleria Camalanayan Bajai Art di Monbay, prose­guendo l’anno successivo a Shangai nell’Artour-o in Expocasa. “Hotel Meublè-Berlin” viene esposto alla galleria Exmà di Cagliari e nel 2007 allo Stand Museum di Sieburg. Nel 2010 espone nella sala napoleonica di Palazzo Te, a Mantova il progetto “Wundernachtkammer”, che verrà poi riproposto a Ivrea e Cantù. Seguono moltissime mostre tra cui le personali al MAGA di Gallarate, allo Spazio Oberdan e alla Triennale di Milano, allo spazio Nonostante Marras a cura di Fran­cesca Alfano Miglietti, alla galleria Raffaella Nobili a cura di Matteo Galbiati e infine, nel 2018, alla Galleria Cristina Moregola di Busto Arsizio.

Carlo Marino

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