Il Taccuino di Bor di Emanuele Mascioni all’Accademia d’Ungheria in Roma

Dal 16 al 28 gennaio 2019, l’Accademia d’Ungheria in Roma, in collaborazione con la Biblioteca e Centro Informativo dell’Accademia Ungherese delle Scienze, ospiterà la mostra fotografica Il Taccuino di Bor di Emanuele Mascioni, curata da Antal Babus, Győző Ferencz e Ilari Valbonesi.

Si tratta di una serie fotografica di Emanuele Mascioni realizzata nel 2016 a Bor, cittadina nella Serbia orientale sorta ai margini della grande miniera di rame RTB Bor.
Il 20 maggio 1944, il poeta ungherese Miklós Radnóti (1909 – 1944) venne deportato in questa zona mineraria, e all’inizio di novembre dello stesso anno, trucidato con altri ventuno compagni di lavori forzati sulle sponde del fiume Rábca. Durante la riesumazione della fossa comune nei pressi di Abda, insieme a documenti, foto e lettere, venne ritrovato anche un taccuino con le sue ultime liriche, scritte in prigionia, a cui è stato dato il nome Taccuino di Bor (Bori Notesz). E’ il ricordo di un’ area concentrazionaria del cosiddetto socialismo reale: una ferita della storia privata di un monumento di qualche interesse in una periferia senza centro. Il racconto iconografico di Emanuele Mascioni obbliga a passare da un’immagine a un’altra, per approfondire, per cogliere qualcosa d’altro, e che solo dopo molti impossibili ritorni alla fine si rivela in ogni sua fotografia: il decentramento preso come soggetto in sé stesso.Una sezione della mostra sarà dedicata alla storia di Radnóti e del Taccuino, ricostruita grazie ai documenti del lascito di Fanni Radnóti, conservati presso la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Budapest.
Carlo Marino
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Il Taccuino di Bor

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