“Una bestia sulla luna”: per non dimenticare il genocidio armeno al Palladium in Roma

“Una bestia sulla luna” è il testo più famoso di Richard Kalinoski, pluripremiato drammaturgo e regista residente all’Università del Wisconsin Oshkosh. Al Teatro Palladium di Roma l’opera è andata in scena da venerdì 23 a domenica 25 novembre in una produzione del CTB Centro Teatrale Bresciano e della Fondazione Teatro Due Parma. Ottima la messa in scena con la regia di Andrea Chiodi. L’interpretazione della pièce da parte degli attori Elisabetta Pozzi, Fulvio Pepe, Alberto Mancioppi e Luigi Bignone è stata semplicemente magistrale.
Richard Kalinoski con “Una bestia sulla luna” è stato rappresentato in tutto il mondo ed ha vinto ben cinque Premi Molières in Francia. Si tratta di un testo che narra il genocidio armeno, storie tragiche di esilio e di rifugiati, tutto sul filo del dolore rinfocolato dagli ossessivi ricordi del passato . Unica speranza a tenere in vita il protagonista è il futuro da costruire. L’ambientazione ricorda i romanzi di William Saroyan, scrittore statunitense figlio di immigrati armeni originari di Bitlis (Turchia).


Aram Tomasian è sopravvissuto al massacro di tutti i membri della sua famiglia. Rimasto orfano, vuole continuare la sua discendenza in America, ricostruirsi una famiglia. Sposa per procura una giovane Armena, Seta, e la fa giungere negli Stati Uniti d’America, dando vita a una storia d’amore difficile, in bilico tra conflitti e silenzi, (Seta: “Anch’io sono un’armena, anch’io sono una morta viva!), tradizione e voglia di cambiamento, dolore del passato (Seta ad Aram: “Il tuo dolore è così grande che tu lo fai portare a me!”)e speranze per il futuro.
Ma il desiderio di avere un figlio svanisce per la sterilità di Seta e così non sarà possibile per Aram che “un figlio succeda a un padre, un padre succeda ad un padre – come è avvenuto dalla notte dei tempi.” La storia di Aram e Seta è narrata come un ricordo a Milwaukee, Wisconsin, USA, nel 1995, attraverso le parole del loro figlio adottivo italiano Vincenzo che, settantenne, racconta la sua vicenda e quella dei genitori, inevitabilmente legate alla storia tragica del genocidio Armeno.

Carlo Marino

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