Lu Song ricollegandosi a tale tradizione espone al Mattatoio una serie di dipinti recenti, abbinati ad alcune opere realizzate per l’occasione e dedicate a Roma, con colori bronzei e quasi metallici, che suggeriscono al visitatore un’immersione nell’atmosfera fiabesca della scena, dove si uniscono tradizione e contemporaneità, passato e presente. Mentre in opere come Offsprings o The Jungle l’immagine si struttura attraverso un gioco di chiaroscuri, in Chord o Castaways compaiono architetture e figure umane, in modo da produrre atmosfere misteriose e vagamente inquietanti.“L’universo di Lu Song, denso di riferimenti all’occidente interpretati con uno sguardo cinese, assume negli spazi del Mattatoio il carattere di un vero e proprio ponte tra culture diverse – scrive Ludovico Pratesi – e sottolinea la vocazione multiculturale della cultura capitolina, che l’artista interpreta con raffinata sensibilità”.Lu Song (1982, Pechino, Cina) vive e lavora a Pechino. Laureato nel 2006 al Wimbledon College of Art di Londra, ha esposto in musei e istituzioni in tutto il mondo da Hong Kong a Berlino, da Sidney a Pechino con un importante mostra retrospettiva personale intitolata Flow all’OCAT Museum a Xi’an, Cina. Le sue mostre collettive includono: Ulysses’s Gaze – the Return of Painterliness and Soulful Contemplation, Ginkgo Art Center, Pechino (2016); China Arte Brazil, Sao Paulo, Brasile (2014); Das Ich im Anderen, Mercator Foundation, Essen (2014). Le opere di Lu Song sono esposte in prestigiose collezioni internazionali come la K11 Art Foundation a Hong Kong, la Akagawa Collection a San Paolo in Brasile, la Bronner/Philara Collection di Düsseldorf in Germania e la Dean Valentine Collection di Los Angeles, Stati Uniti.
Carlo MARINO