Omaggio a Pino Pascali (1935-1968) all’Accademia di Francia a Roma

In occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa di Pino Pascali, L’Accademia di Francia a Roma rende omaggio domani, 20 settembre, alle ore 20.30, ad una delle maggiori figure dell’arte italiana degli anni sessanta del Novecento, con una proposta della storica dell’arte Valérie Da Costa.
Astro della scena artistica romana, Pino Pascali in soli quattro anni, dal 1964 al 1968, elaborò un’opera straordinaria rinnovando profondamente il linguaggio della scultura e la speculazione sullo spazio espositivo. Pascali è considerato l’artista pugliese più grande, certamente il più celebre a livello internazionale di tutto il Novecento ed aveva solo 33 anni quando morì tragicamente (fu investito da un’auto mentre correva in moto). Era nato a Bari da genitori di Polignano a Mare il 19 ottobre del 1935. Fin dagli anni dell’Accademia di Belle Arti, a Roma, sotto la guida di Toti Scialoya, Pascali studiò Pollock, Gorky, De Kooning i padri dell’espressionismo astratto americano. L’energia vitale, il ritmo caotico e privo di forma ragionata furono gli stimoli più importanti per il giovane studente. In particolare il dripping di Pollock segnò una linea di confine netta con la figurazione, che però Pascali non abbandonerà mai.
Affascinato dall’uso di materiali inconsueti come il bitume, le latte, il cuoio, il metallo, l’artista pugliese sperimentò le mescolanze del petrolio e polveri varie, dipingendo su lastre di lamiera di zinco, legno, metallo.
 Con le testimonianze dei suoi amici più cari: Michelle Coudray, Giosetta Fioroni, Anna Paparatti, Luca Patella, Vittorio Rubiu e Fabio Sargentini, l’incontro si concluderà con la proiezione delle diverse pellicole in cui Pascali ha recitato. Valérie Da Costa è autrice del saggio Pino Pascali: ritorno al Mediterraneo, (Les presses du réel, 2015).
Carlo Marino

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