César Valverde fu una personalità poliedrica: artista e uomo politico. Fu viceministro della cultura nel governo di Rodrigo Carazo dal 1978 al 1982, oltre a ricoprire posizioni di carattere diplomatico come consulente internazionale dell’OAS (Organization of American States) e console del Costa Rica in Canada. Nel corso della sua vita artistica Valverde fu insignito di diversi premi tra i quali il Premio Nazionale della Pittura e si dedicò alla composizione di murales in vari luoghi della capitale della Repubblica di Costa Rica, tra i quali vanno ricordati quello per l’Assemblea legislativa, per la Corte dei Conti della Repubblica, per l’Ordine degli avvocati, per l’Ufficio del Registro Nazionale, per la Clinica Dr. Marcial Rodríguez, per il Museo della Giada e per l’UACA (Universidad Autónoma de Centro América).
L’artista dichiarò in un suo scritto: “En mi pintura la mujer ha sido una constante. La forma femenina representa el género humano y sus formas me permiten resolver plásticamente mi ideal de la belleza”.
( “Nella mia pittura, le donne sono state una costante, la forma femminile rappresenta il genere umano e le sue forme mi permettono di risolvere plasticamente il mio ideale di bellezza”).
L’opera di Valverde ha avuto inizio con la tecnica ad olio, ma si è espressa anche attraverso tecniche miste e serigrafie, concentrando la sua espressione artistica sulla parte estetica. In tal modo i dipinti di Valverde sprigionano ordine, misura e ritmo, anelando ad una ricerca dell’ideale di bellezza in contrapposizione ad una realtà effimera che rasenta sovente l’amarezza.
Quello di César Valverde è un linguaggio espressivo dalle variazioni intermittenti: dal mural socio-politico alla costante del tema femminile. Valverde riteneva che l’arte fosse patrimonio della città, della polis, accessibile a tutti i cittadini costaricensi. Da questa visione del mondo è derivata l’abbondanza dei suoi murales sugli edifici pubblici della capitale della Repubblica centroamericana divenuti parte non trascurabile del linguaggio di una generazione e di una nazione.
Carlo MARINO