La scuola delle mogli di Molière a Palazzo Venezia in Roma

Martedì 24 luglio, alle ore 21, nella splendida cornice del giardino di Palazzo Venezia, per la rassegna “Il Giardino Ritrovato”, andrà in scena, per la prima volta a Roma, lo spettacolo “La scuola delle mogli” diretto ed interpretato da Arturo Cirillo.
“Il Giardino Ritrovato” si inserisce nella più ampia cornice di “ARTCITY Estate 2018 arte musica spettacoli a Roma e nel Lazio”, un progetto organico di iniziative culturali. Nato nei musei e per i musei, unisce sotto un ombrello comune, iniziative di arte, architettura, letteratura, musica, teatro, danza e audiovisivo. Realizzato dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, il programma di ARTCITY coprirà l’intera estate 2018, spalancando i confini del Museo, aprendoli ulteriormente all’arte e alla cultura.
La scuola delle mogli è una commedia di Molière rappresentata per la prima volta il 26 dicembre 1662 nel Teatro del Palais-Royal a Parigi. Essa è l’espressione della più compiuta maturità del commediografo francese. Il tema della commedia, ritenuta in parte autobiografica, è il contrasto tra la gelosia e la ragione, impersonate da Arnolfo e Crisaldo.
L’abbrivio della trama è costituito dal tradimento di Arnolfo da parte della moglie. Arnolfo prende la decisione di adottare una bambina, ovvero Agnese, educandola in modo che diventasse una ragazza innocente. Arnolfo si studia di educarla facendo anche in modo che non si innamori di nessun altro uomo, in modo tale da sposarla una volta cresciuta.
Atto I. Le teorie di un tutore. Arnolfo è tutore di Agnese e vorrebbe sposarla e sistemarsi con lei, ma il suo amico Crisaldo cerca di farlo ragionare sulla cosa. Intanto Orazio, figlio di un altro grande amico di Arnolfo, Oronte, si invaghisce della ragazza e dice ad Arnolfo di volerla sposare.
Atto II. La confessione di Agnese. Arnolfo sgrida i domestici perché non hanno controllato la protetta e poi si rivolge a lei domandandole cosa pensa di Orazio. La ragazza ammette di apprezzare il pretendente e il tutore decide che è il caso di sposarla subito.
Atto III. Le astuzie di una innamorata. Agnese cerca di comunicare con l’innamorato tramite bigliettini lanciati dalla finestra e intanto Arnolfo consiglia ad Agnese di leggere un testo dove viene spiegato come essere una buona moglie.
Atto IV. Arnolfo non torna sui suoi passi e decide di fare i preparativi per il matrimonio, chiama il notaio per il contratto matrimoniale.
Atto V. Il trionfo dell’amore. Orazio viene trovato in casa di Agnese, si finge svenuto e riesce a rapirla pur non avendo capito che è Arnolfo a volerla sposare e così gliela riporta. Colpo di scena: il padre di Agnese ritorna dall’America e decide che la ragazza andrà in sposa a suo figlio.
La scuola delle mogli è una commedia sapiente e di sorprendente maturità: vi si respira un’atmosfera di modernità come solo negli ultimi testi il grande Molière riuscirà a trovare. Nell’opera si mescolano la gioia e il dolore della vita, il teatro comico e quello tragico, come in Shakespeare. Il tutto avviene in un piccolo mondo con pochi personaggi. Una commedia alla Plauto che nasconde uno dei testi più moderni, contraddittori e inquieti sul desiderio e sull’amore. Dove si dice che la natura dà maggiore felicità che non le regole sociali, che gli uomini si sono dati. Dove il cuore senza saperlo insegna molto di più di qualsiasi scuola. Dove Molière riesce a guardarsi senza pietismo, senza assolversi, ma anzi rappresentandosi come il più colpevole di tutti, il più spregevole (ma forse anche il più innamorato), riuscendo ancora una volta a farci ridere di noi stessi, delle nostre debolezze ed incompiutezze, della miseria di essere uomini.
La commedia, che con arguzia attacca la morale dell’epoca, fu oggetto di scandalo, tanto da rendere difficile per Molière la pubblicazione delle commedie seguenti, nonostante la protezione di cui godeva presso Luigi XIV.

Carlo Marino

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