Richard Patterson e Ged Quinn insieme in una mostra a Roma

Giovedì 24 maggio 2018 si inaugurerà a Roma una mostra curata da Catherine Loewe, alla Galleria Mucciaccia, su Richard Patterson e Ged Quinn .

Nati entrambi nel 1963 nel Regno Unito, Patterson e Quinn si sono affermati alla fine degli anni Ottanta ottenendo un riconoscimento internazionale. Tale periodo ha rappresentato un cambiamento di paradigma, caratterizzato dalla prevalenza di un’arte concettuale capace di distaccarsi dalle convenzioni della dottrina post-modernista e dalle gerarchie stabilite del mondo dell’arte.
Richard Patterson è nato nel Regno Unito nel 1963 e si è laureato al Goldsmiths College nel 1986. Ha partecipato a Freeze di Damien Hirst, Surrey Docks, Londra (1988); così come a Sensation: Young British Artists della Saatchi Collection, Royal Academy of Arts, Londra; Hamburger Bahnhof – Museum für Gegenwart, Berlino, Germania; Brooklyn Museum of Art, New York, USA (1997-00). Altre importanti mostre includono The Rowan Collection: Contemporary British & Irish Art, Irish Museum of Modern Art, Dublino, Irlanda (2002); Dipinti, Kunstmuseum Wolfsburg, Germania (2003); Nexus Texas, Contemporary Arts Museum di Houston, Texas, USA (2007) e Attention to Detail, a cura di Chuck Close, alla FLAG Art Foundation, New York, USA. Tra le mostre personali ricordiamo quelle tenute alla Anthony d’Offay Gallery di Londra (1997); James Cohan Gallery, New York, USA (1999 e 2002); Dallas Museum of Art, Dallas, Texas, USA (2000), Timothy Taylor Gallery, Londra (2005, 2008 e 2013); e la Goss-Michael Foundation, Dallas, USA (2009).

Il lavoro di Patterson e Quinn viene fuori da quell’innovativo humus culturale della fine degli anni Ottanta del Novecento. Attraverso suggestivi processi artistici e una minuziosa ricerca di materiali, ciascuno a proprio modo, questi artisti hanno elaborato un linguaggio mediante il quale esplorano le infinite sfumature del mezzo pittorico.

I complessi dipinti a più strati di Richard Patterson si inseriscono nella grande tradizione dell’arte europea e americana, con forti allusioni culturali al pop, a film, riviste, musica e pubblicità. Le sue opere possono essere viste come maschere o schermi, che nascondono una meditazione malinconica sulla contemporaneità. L’artista utilizza consapevolmente, mescolando insieme, tecniche, generi e media: autoritratti, ready-made, fotografia e virtuosistica pittura foto realistica. Patterson, in particolare, ricorda le opere dell’artista romano Remo Corteggiani http://www.mondadoristore.it/Remo-Corteggiani-Roma-Carlo-Marino/eai978889886664/
Ged Quinn è nato nel 1963 a Liverpool, nel Regno Unito. Negli anni Ottanta e Novanta, Quinn ha studiato alla Ruskin School of Drawing di Oxford; Slade School of Fine Art, Londra; Kunstakademie, Düsseldorf, Germania; e Rijksakademie, Amsterdam, Paesi Bassi. Recenti mostre personali includono Rose, Cherry, Iron Rust, Flamingo (2017), Pearl Lam Galleries, Hong Kong, Cina; Ged Quinn (2014), Stephen Friedman Gallery, Londra, Regno Unito; Ged Quinn (2013-14) New Art Gallery Walsall, West Midlands, Regno Unito; e FOCUS: Ged Quinn (2012), Museum of Modern Art di Fort Worth, Texas, USA. Notevoli mostre collettive comprendono Synthetic Landscapes: Revisione del paesaggio ideale (2017), Meadow Arts e Shrewsbury Museum and Art Gallery, Weston Park, Shifnal, Regno Unito; CLASSICITÀ: arte antica, oggetti contemporanei (2015), Breese Little, Londra, Regno Unito; Somos Libres II (2014), Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino, Italia; Looking at the View (2013), Tate Britain, Londra, Regno Unito; The Endless Rennaissance (2012), Bass Museum of Art, Miami, USA.
Ged Quinn, con perizia e straordinaria padronanza della tecnica trasforma il paesaggio pastorale e la natura morta dal familiare al fantastico . L’influenza tra elementi tratti dalla storia culturale occidentale, dalla mitologia, dalla filosofia e dell’immaginazione, coinvolgono lo spettatore conducendolo verso nuovi mondi.

Dopo oltre trent’anni di percorso artistico, Patterson e Quinn affinano la loro visione creativa e la loro brillante tecnica, creando distintive interpretazioni che riflettono una profonda consapevolezza personale e culturale. Entrambi impiegano una moltitudine di forme, idiomi e generi, i cui elementi disparati e contraddittori, sebbene potrebbero apparire ad un primo sguardo casuali, mostrano in realtà il frutto di un’ accurata ricerca.
La mostra di Roma intesse un dialogo avvincente tra i due artisti, una dialettica tra figurazione e astrazione, passato e presente, realtà e finzione, cultura sacra e profana.

Carlo Marino

Published by historiolaeartis

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