Le foto di Katharina Roters alla Galleria dell’Accademia di Ungheria in Roma

Venerdì 18 maggio p.v. alle ore 19.30 presso la Galleria dell’Accademia d’Ungheria in Roma si terrà l’inaugurazione della mostra fotografica HUNGARIAN CUBES, la baracca più allegra del blocco sovietico, di Katharina Roters e József Szolnoki, a cura di Tamás Torma.
La mostra organizzata dall’Accademia d’Ungheria in Roma in collaborazione con la Galleria ACB di Budapest resterà visibile a Roma fino al 15 giugno p.v.
Attraverso i suoi scatti la fotografa Katharina Roters, artista visiva tedesco-ungherese, ha deciso di realizzare un progetto fotografico su un fenomeno di particolare interesse dell’architettura ungherese del XX secolo, ovvero sulle case unifamiliari e standardizzate sorte nei sobborghi di Budapest e delle periferie di numerose cittadine nell’Ungheria comunista del dopoguerra, soprannominate “Kádár kocka” (Cubi di Kádár), dal nome del leader comunista János Kádár, al potere in Ungheria tra il 1956 e il 1988.
La Roters attraverso i suoi scatti spoglia dei dettagli eccedenti (ringhiere, recinzioni, antene, segnali stradal, linee elettriche) le case che aveva fotografato, consentendo allo spettatore di concentrarsi sulle decorazioni ornamentali delle facciate e di osservare come esse siano state un’opportunità per i proprietari delle stesse per dar sfogo al proprio individualismo, creando in tal modo una forma di protesta nei confronti del conformismo del sistema comunista.

«Io non mi vedo fotografa bensì pittrice. Anche da queste foto si percepisce che il colore all’epoca ebbe un ruolo piuttosto importante. Anche gli elementi decorativi erano favorevoli poiché la loro estetica prevedeva l’uso di colori tipici della Pop art. Quindi colori semplici, vivaci. Le foto realizzate con tecnica analogica in seguito ai lavori digitali di finissage – quindi l’eliminazione degli elementi ridonanti (quali fili elettrici, antenne e piante) – divennero dei simboli nitidi. Ciascuna foto è frontale. Quindi non si tratta di spazi, forme o volumi architettonici. La tipologia dei portait d’edifici esteticamente astratti ha reso possibile la raffigurazione del punto centrale delle facciate.»
(Katharina Roters, fotografa)

Carlo Marino

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