L’artista con “taomaturgia” mescola arte e contatto millenario con la natura, come fu in Estremo Oriente e, muovendo dall’utopia della visualizzazione del “Tao”, la cui essenza si ritrova nel noto pattern dei 64 Esagrammi, contamina in modo assolutamente libero tradizioni tra l’onirico e l’immaginario. L’arte vuole manifestarsi come quel fenomeno ottico detto “fata morgana”, con l’obbiettivo di attribuire valori cromatici per ciascuna delle 384 linee dei 64 Esagrammi dello Yi Jing,sicuramente di ardua interpretazione. Il Libro dei Mutamenti, noto anche come Zhou Yi o I Mutamenti (della dinastia) Zhou, è ritenuto il primo dei testi classici cinesi sin da prima della nascita dell’impero cinese. Esso è sopravvissuto alla distruzione delle biblioteche operata dal Primo imperatore, Qin Shi Huang Di.
Considerato da Confucio libro di saggezza, è stato e continua ad essere utilizzato a livello popolare a scopo divinatorio, e dagli studiosi per approfondire aspetti matematici, filosofici e fisici. I metodi per ottenere i responsi sono vari e si passa dai gusci di tartaruga al lancio di 3 monete. Quando si utilizzano gli steli di achillea per estrarre i responsi, l’arte divinatoria è chiamata achilleomanzia.
Quindi, poiché l’insieme dei 64 Esagrammi può essere decodificato in termini di serie numerica da 0 a 63 espressa in aritmetica binaria, proprietà già notata da Gottfried W. Leibniz nel XVII secolo e, poiché l’aritmetica binaria è anche alla base del funzionamento del computer, Gianfranco Ucci ha ritenuto che si dovesse privilegiare un approccio di tipo informatico al suo lavoro. Le immagini virtuali prodotte dall’artista sono quindi il risultato di un esercizio propedeutico alla identificazione della Taotologia, una sorta di Satori, in termini psicologici: un oltre i confini dell’Io, semplicemente un’illuminazione.
Carlo Marino