L’artista costaricense Rolando Garita

L’arte del pittore costaricense Rolando Garita (1955) è fatta della magia dei colori della tavolozza, colori reinterpretati alla luce del Tropico. Forme, linee, costituiscono una sorta di album di memorie attraverso il quale l’artista, facendo propria l’esperienza dell’arte moderna europea e americana, ne reinterpreta, con nostalgia introspettiva, l’insegnamento.


Nei suoi lavori Garita, attraverso un viaggio intimo, si spinge alla ricerca di un vissuto interiore che ancora lo influenza. Si tratta di una sensibile ricerca poetica attuata attraverso il colore. Il colore e le immagini costituiscono una sorta di codici cifrati attraverso i quali l’artista estrinseca la propria traiettoria di vita. I colori di Garita sono sia quelli freddi della Cordillera Central di Costa Rica, de Las Nubes de Coronado (azzurro, grigio, bianco) che quelli caldi della costa pacifica guanacasteca (il rosso ed il giallo). Ogni colore rappresenta un’epoca, ogni segno un’esperienza: vacche da latte al pascolo che ricordano la sua infanzia nelle alture di Coronado, uomini in bicicletta, alberi da frutta, un lirismo poetico e giocoso che fa delle sue opere un vero godimento dei sensi.


Il poeta italiano Giovanni Pascoli affermò, riprendendo un mito platonico (cfr. Platone, Fedone, 77d-78b): «È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi […] ma lagrime ancora e tripudi suoi». Anche per Garita c’è in arte un “fanciullino”, una voce nascosta nel profondo, che si pone in contatto con il mondo attraverso l’immaginazione e la sensibilità (tipiche dei poeti). In tal modo, l’artista scopre aspetti nuovi e misteriosi, che «sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione». Come per Pascoli anche per Rolando Garita, pittore di Costa Rica, la voce interiore del fanciullino dà vita alla poesia della pittura e dei quadri polimaterici, attraverso i quali, dunque, il suo proprio linguaggio cercherà di esprimere un mondo che si lascia afferrare dall’intuizione e non dal ragionamento.

Le opere di Rolando Garita sono esposte al Museo de Arte Costarricense (MAC), San José de Costa Rica.

Carlo Marino

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