Lucilla Galeazzi è annoverata tra le più autorevoli voci della musica popolare italiana, vincitrice nel 2006 della targa Tenco per il migliore album folk, e lo spettacolo si apre con una coinvolgente introduzione letteraria di Maria Rosaria Omaggio, che ne ha anche curato regia e allestimento. Nel prologo, l’attrice riporta lo spettatore indietro nel tempo di un secolo con l’interpretazione delle poesie di guerra di Ungaretti, con le pagine più significative tratte da “Parla una donna – Diario di guerra” di Matilde Serao e i versi femministi di un’insospettabile Ada Negri.
In maniera originale e toccante resoconti e testimonianze storiche si alternano a canti di soldati e donne; immagini di repertorio si fondono con luci e atmosfere per riportare in vita i ricordi che sono le radici della vita femminile dal 1915 in poi.
Si tratta di un reportage su un’epoca a dir poco feroce per le donne. E’ l’affresco storico di una guerra in cui le prostitute, portate al fronte nei cosiddetti “casini di guerra”, erano obbligate a ritmi inumani: fino a 140 rapporti al giorno. Era anche il tempo in cui le operaie che si ammalavano per i massacranti ritmi di lavoro non potevano restare a casa per paura di essere licenziate. Fu l’epoca in cui il lutto si trasformò da avvenimento doloroso e privato a condizione diffusa e pubblica cui le donne – intellettuali e non – reagirono coraggiosamente formando associazioni per l’aiuto ai militari, sostegno alle famiglie, raccolta di fondi per il fronte.
Carlo Marino