L’installazione Nubicuculia di Enrico Ascoli è un attraversamento sonoro con sovrapposizione di echi di uno scenario scarnificato e di luce abbacinante. Le vibrazioni del sottosuolo, della pietra e di oggetti dimenticati, le risonanze di un paesaggio raccontato nell’alternanza di vuoto e materia, luce ed oscurità, interstizi e spazi sconfinati, ognuna di queste cose si inserisce in Nubicuculia. La narrazione del suono di Enrico Ascoli è il “distillato di un attimo che si ripete all’infinito, ma che è al contempo mutevole nell’essere percepito insieme ad una musica costituita da cangianti variazioni intorno alle medesime e vibranti molecole timbriche”, come ha scritto l’autore.
Nata da una serie di conversazioni nel corso di una residenza artistica in Puglia, tenutasi nell’area del Barsento-Trulli nel giugno 2013, Nubicuculia è un’opera sonora che si ispira alla commedia “Uccelli” del greco Aristofane. L’autore fa dialogare diversi materiali sonori registrati sul territorio, alla ricerca di peculiari proprietà timbriche, armoniche e dissonanti. Semi di suono, che riemergono dalla memoria e che generano ambienti mesmerici, abitati dal clangore degli strumenti agricoli, dallo stridere delle pietre aggettanti dei tetti dei trulli, dal gocciolare delle stalattiti nelle grotte carsiche, dal cigolare delle molle nei vigneti.
Carlo Marino