Il progetto per la Biennale 2017 dal titolo ”Pace al mondo” affronta la tematica delle utopie. Le installazioni dell’artista, prendendo spunto dalla nozione di ”futurologia”, rievocano le utopie del passato confrontandole con le sfide del presente. Il progetto, riciclando gli slogan ed i simboli del Socialismo, intende muovere una critica alla visione futuristica ed idealistica. L’artista trae ispirazione dalla sua città natale, Dunaújváros (denominata Stalingrado ungherese in epoca comunista) e attraverso le sue opere assemblate come montaggio, riscrive, con mezzi semplici, l’immagine del mondo stereotipato dell’Europa dell’est con referenze contemporanee filosofiche e letterarie.
“Vivo a Dunaújváros fin dalla mia infanzia, una città industriale che è più vecchia di me di solo qualche anno e che è stata costruita artificialmente per puri motivi politici. L’assenza di radici della città fa sì che qui i termini ”presente” e ”futuro” assumano un significato diverso dal consueto, mentre la nozione ”tradizione” è pressoché sconosciuta e sostituita dalle parole ”cognizione” e ”esplorazione”. Il termine presente equivale a quello del futuro.” (Gyula Várnai)
Carlo Marino