Sono trascorsi settanta anni dalla nascita di Murray Perahia, il 19 aprile 1947, in un palazzo del Bronx, nella città di New York. A diciotto anni il futuro maestro entrò al prestigioso Mannes College di New York: dai mattoni rossi del Bronx al vetro-cemento di Manhattan. Negli anni Settanta strinse amicizia con Serkin, intraprese gli studi con Mieczyslaw Horszowsky, si legò ad Horowitz. Importanti momenti della sua iniziale carriera furono la vittoria al Concorso di Leeds ed il primo disco con la Cbs, tutto dedicato a Schumann. Gli anni Ottanta videro la sua prima incisione mozartiana (1983), con i due Concerti K. 453 e K. 456, l’anno successivo il primo Schubert, gli Impromptus, e finalmente, nel 1985 il primo Beethoven. La nitidezza cristallina del fraseggio, il perfetto senso della forma, la purezza adamantina del suono, il controllo dell’espressione fecero gridare al portento. Nel volgere di pochi anni Perahia diventò il campione di una visione rigorosa, misurata, non romantica, del classicismo viennese.
Carlo Marino