Due pagine tradotte dal portoghese da Carlo MARINO da: “O outro pé da Séreia” di António Emílio Leite Couto, Mia Couto

António Emílio Leite Couto, meglio noto come Mia Couto, è uno scrittore e biologo mozambicano, uno degli autori più noti dell’Africa lusofona.

O outro pé da séreia
O outro pé da séreia

“Quella notte, come in tutte le altre, Zero Madzero era uscito per portare a pascolare gli asini e le capre. Preferiva sfamare le sue bestie quando era più fresco e, in lontananza, laggiù, il fuoco di casa gli indicava il solo camino in tutto l’universo.

Poteva essere quasi l’alba quando osservò il firmamento come chi, in città, consulta l’orologio.

Era ora di incamminare gli animali verso casa. I suoi occhi presero lucentezza in una silente gratitudine: solo chi guarda le stelle, può vedere davvero il cielo. E non sapeva l’asinaio quanto, nei tempi a venire, sarebbe stato osservato dai cieli.

Si appoggiò al bastone biforcuto che aveva intagliato perché le capre generassero, in pari numero, sia maschi che femmine. Il riflesso del suo volto era l’unico lucore nell’aridità del paesaggio.

In quegli scheletrici paraggi piove soltanto quando i garretti dei buoi toccano il suolo, le donne cantano e gli uomini pregano.

Ne era passato di tempo che non c’erano buoi, molto tempo che le donne erano mute e che gli uomini avevano perso la fede.

Tuttavia quel luogo non era stata sempre una landa isolata, lontana dal mondo, dall’altro lato del tempo.

Trent’anni prima – quando nacque Madzero – vi si estendevano le cosiddette mphala verdi, le fertili colline dei monti Camuendje. Quando si riempì il bacino della diga di Cahora Bassa esse si trasformarono in un’isola dimenticata.

Lo Zambesi si gonfiò ed i torrenti Nkazi e Muzenguezi si unirono, seppellendo valli e basse terre. Quando le acque aumentarono di livello i più vecchi sorrisero soddisfatti. Anche la Bibbia si dovrà scrivere nella nostra terra, dissero. Ma poi la piena esondò seppellendo monti, colline ed alture.

– Però non meritiamo il diluvio, brontolarono i vecchi. Eravamo nati per essere scelti ma viviamo per decidere. Di Madzero si poteva dire che era tonto ma, almeno, aveva scelto lui di vivere in quel posto di cui si erano dimenticate le strade. Erano anni che quasi non incontrava anima viva. L’unica persona della sua cerchia era Mwadia, che aveva corpo di fiume e nome di canoa.

Ed era per rivedere sua moglie che adesso il mandriano allungava il passo. Voleva rincasare prima che fosse giorno. L’ultimo gufo si era già addormentato, segno che la notte era pronta a svanire. Di lì a poco la moglie di sarebbe svegliata. L’asinaio immaginò i grandi occhi della donna e la savana si riempì di luce come uno sfolgorio di cieli.

Sto per sentirmi come un Dio.”

( traduzione dal portoghese di Carlo MARINO da: Mia Couto, O outro pé da Séreia)

 

 

 

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