Fan Zeng a Roma: il calligrafo cinese della Grande Bellezza

Lo guardi dipingere Fan Zeng mentre scorre il video nelle sale del Vittoriano a Roma dove è allestita la sua mostra. E’ un eletto. La Cina lo ha scelto per rappresentare il “Paese di Mezzo” a Roma in occasione della mostra “La Sinfonia delle Civiltà” allestita per i 45 anni di rapporti diplomatici tra l’Italia e la Repubblica Popolare. I rapporti tra i due paesi sono millenari, come l’arte calligrafica che l’esimio maestro esercita con finezza e perizia. Fan Zeng ha 77 anni e discende da un’illustre famiglia di intellettuali cinesi. La sua arte è erudizione ed ironia nel  contempo ed  è quasi “non arte” come il Tao è wuwei, non azione. Deve restare solo il Qi, l’energia vitale che impregna il cosmo. Per Fan Zeng inserirsi nella tradizione vuol dire farsi parte della memoria collettiva dell’umanità. Mentre la bellezza è la Natura, immutabile, la più grande di tutti i maestri. Per questo artista cinese l’arte non può esprimere il dolore del cuore, del profondo dell’essere, ma deve risolverlo dando grande consolazione. Lo stato mentale soggettivo del pittore è poi la chiave di volta della tecnica splash ink, il pennello diventa come un cavallo libero di correre verso l’orizzonte mentre la mano che crea ha l’impulso di una freccia appena scagliata. Fang Zeng paragona la tecnica dello splash ink al senso di libertà che danno le cascate del Monte Kuanglu. Il concetto chiave di questa visione dell’arte in cinese si chiama Zao Hua , Natura, Madre Natura apportatrice di benessere, ma è in effetti intraducibile.

Carlo MARINO

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